IL CANCRO DEL POLMONE NEL PAZIENTE ANZIANO: QUALE CHIRURGIA?
V. Panebianco, A. Licciardello
Vol.1 (2014), issue 1, pag. 13-16
Published | Mar. 2014 |
Review by | Single-blind |
ABSTRACT
Introduzione
Il cancro del polmone è globalmente la neoplasia più frequente e la sua incidenza cresce con l’aumentare dell’età, probabilamente per una più lunga esposizione agli agenti cancerogeni. L’incidenza tra i 75enni è 90 volte più alta rispetto ai 35enni. Alla luce di quanto premesso è da considerare di primaria importanza l’argomento della terapia del cancro del polmone nei soggetti anziani, dove la chirurgia gioca un ruolo insostituibile per il trattamento di tali patologie.
Scopo. Valutare quale tecnica chirurgica sia più opportuno attuare in un setting di pazienti di età avanzata e quindi probabilmente con più comorbidità, intese come povertà di riserve d’organo e d’apparato, presa in considerazione la complessità dell’intervento sul torace e le complicanze post-operatorie.
Materiali e metodi
Analisi dei dati in letteratura che mettono a confronto le pneumec- tomie, le lobectomie e le resezioni segmentarie nei pazienti elderly.
Risultati. Le lobectomie nei pazienti elderly hanno lo stesso outcome della popolazione generale affetta da neoplasia polmonare in termini di mortalità e sopravvivenza, al costo però di una morbilità più elevata soprattutto in pazienti con anamnesi positiva per diabete, BPCO, sepsi preoperatoria, pregresso trattamento radioterapico e dispnea.
Conclusioni
L’intervento di scelta nei pazienti giovani e con buona funzionalità cardio-polmonare è la lobectomia. Le resezioni segmentarie o le wedge resections o resezio- ni atipiche dovrebbero essere riservate quindi ai pazienti compromessi che non pos- sono subire resezioni maggiori. Tuttavia, nonostante sia dimostrata una netta inferiorità oncologica delle exeresi minori, nessuna differenza di sopravvivenza tra queste e le lobectomie è riportata nei pazienti anziani. In conclusione, un’accurata valutazione delle condizioni cardiorespiratorie del paziente, una condotta chirurgica ed anestesiologica irreprensibile e l’eventuale ricorso all’exeresi minori possono offrire a pazienti più anziani buone possibilità di sopravvivenza.