IV SESSIONE: POLMONE-"LA TERAPIA BIOLOGICA"
G. Antonelli, F. Vitale, P. Colina, A. D'angelo, R. Rossello, F. Ferraù
Vol.1 (2014), issue 1, pag. 36-40
Published | Mar. 2014 |
Review by | Single-blind |
ABSTRACT
Introduzione
In letteratura esistono pochi dati relativi al trattamento dei pazienti anziani affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con terapie biologi- che, che nell’ultimo decennio sono diventate elemento essenziale terapeutico di que- sta patologia.
Scopo
Analizzare il ruolo dei nuovi farmaci targeted nel trattamento dei NSCLC nel paziente anziano, valutandone gli effetti terapeutici, i termini di sopravvivenza globale e di qualità di vita e il grado di tossicità.
Materiali e metodi
Review dei pochi studi prospettici e di studi retrospettivi con set- ting di pazienti anziani trattati con diversi farmaci biologici quali il Bevacizumab, Gefitinib, Erlotinib, Crizotinb e Vandetanib.
Risultati
Dalle analisi degli studi emerge il fatto che il Bevacizumab fornisce gli stessi vantaggi terapeutici rispetto alla popolazione più giovane, ma andrebbe somministrato solo in un subset di pazienti anziani molto selezionati, per i quali, a giudizio clinico, ci sia una possibile utilità a fronte di tossicità tollerabili. Il profilo di tossicità delle molecole con target l’EGFR è inferiore chiaramente alla chemioterapia, dato confermato anche per il crizotinib, agente su differenti pathway.
Conclusioni
Nonostante la poca esperienza nella pratica clinica con questi trattamenti biologici nei pazienti elderly affetti da NSCLC, si può concludere che il Bevacizumab dovrebbe essere riservato solo a pazienti altamente selezionati con un attenta valutazione rischio-beneficio. Per quanto concerne, invece, le risposte ai farmaci target per l’EGFR sembrerebbero sovrapponibili con quelle della popolazione più giovane con mutazione attivante. Il profilo di tossicità è inferiore chiaramente alla chemioterapia, dato confermato anche per il crizotinib, agente su differenti pathway. I bassi profili di tossicità suggeriscono l’impiego di questa classe di farmaci nella popolazione in studio che è, potenzialmente, più suscettibile alle tossicità da chemioterapia.